Ho sempre
subito il fascino del Diamante di Gould ma non ho mai pensato di allevarlo
perche’ avevo letto e sentito quanto fosse difficile la riproduzione in
gabbia e soprattutto rifiutavo l’ idea di dovermi servire dei Passeri del
Giappone come balie. Mi sembrava tutto molto poco naturale e molto poco
etico.
A novembre del 2010, un
amico allevatore mi regalò due giovani esemplari di Gould non ancora mutati.
Dopo averli tenuti in gabbia per qualche giorno li liberai nella grande
voliera nella quale da qualche anno allevo Cardinalini del Venezuela .
I Gould si adattarono
rapidamente agli spazi a loro disposizione ma senza suscitare in me alcun
entusiasmo.
Tutto questo finche’ non
giunse la primavera ed allora i due Gould iniziarono a mutare. L’
apparizione di tutti quei colori mi apparve come un miracolo e fu subito
passione.
A quel punto decisi che
dovevo saperne di piu’, ordinai ad Alcedo il bellissimo libro del Dott.
Corsini e mi iscrissi al Club del Diamante di Gould.
Costruitami così una
buona cultura di base, decisi che dovevo partire puntando all’Eccellenza.
Contattai allora a giugno 2011 il Siciliano Michele Falletta, pluripremiato
allevatore di Gould il quale non si limitò a cedermi due splendide coppie ma
fu prodigo di consigli e di spiegazioni e venne personalmente a trovarmi a
Vibo Valentia per verificare l’ idoneita’ della voliera dove volevo liberare
i suoi splendidi soggetti. Si trattava di soggetti novelli perfetti dal
punto di vista fenotipico che erano stati allevati “in purezza” nel corso
dell’ultima stagione cove.
Sistemai nidi a doppia
camera in abbondanza e con diversa esposizione alla luce.
La prima coppia iniziò a
nidificare nel mese di luglio scegliendo un nido posizionato nella parte
piu’ luminosa della voliera ma con l’ apertura non rivolta verso la luce. Il
maschio e la femmina si davano regolarmente il cambio ogni due ore circa non
dandomi mai la possibilità di scrutare all’ interno del nido: avevo il
terrore di commettere qualche errore e cercavo di non interferire in alcun
modo.
Con immensa sorpresa un
giorno, all’ ingresso della femmina nel nido senti forti pigolii provenire
dall’ interno del nido e a quel punto la curiosita’ ebbe il sopravvento:
aperto il nido scorsi quattro piccoli già impiumati acquattarsi nel nido.
Non ho piu’ curiosato anche perché non avendo anellini idonei non vi era
motivo di disturbare. I quatto piccoli sono usciti dal nido nella stessa
mattinata, uno dopo l’ altro. Già perfettamente capaci di volare, non li ho
mai visti sul fondo della voliera così come invece capita ai piccoli di
Cardinalino.
Ho distribuito spighe di
panico dovunque, miscela per esotici, scagliola, semi germinati e la miscela
dei Cardinalini. Le spighe di panico hanno contribuito da subito allo
svezzamento dei piccoli.
La seconda coppia,
costituita da un maschio ancestrale e da una femmina petto bianco, ha
iniziato a nidificare nella seconda meta’ di Agosto, ma non in un nido bensi
all’ interno di una scatola di legno, contenente vari accessori, il cui
coperchio deformato restava aperto per qualche centimetro.
Per cercare di rendere l’
ingresso più agevole applicai una sorta di scaletta.
Furono deposte sei
uova e nacquero sei piccoli. Purtroppo al quinto giorno di vita dei piccoli,
la femmina si è ammalata e nel giro di due giorni è morta. A quel punto ho
temuto una tragedia familiare dando per scontato che tutti i piccoli orfani
avrebbero fatto la stessa fine. Cosi non’è stato perché il maschio
(Sonny) ha continuato da solo a nutrirli prima nel nido e poi rincorrendoli
nella voliera sino al completo svezzamento con un accanimento ed un’
attenzione commoventi.
Ho voluto raccontare e
documentare questa storia non per smentire chi sostiene che allevare i Gould
sia difficile e che siano indispensabili le balie , nell’ornitologia
amatoriale non ci sono inesattezze, ma piuttosto molte verità, nel senso che
si vivono esperienze diverse perchè tutto dipende dal concatenarsi o meno di
numerosissime variabili. Nel mio caso la genetica dei soggetti acquistati,
la grandezza della voliera, la sua esposizione a sud, il tipo di
alimentazione, la contemporanea presenza dei Cardinalini, le erbe che
crescono sul fondo della voliera, tutto questo e chissà cos’ altro hanno
concorso a creare le condizioni affinchè i Gould esprimessero tutta la loro
innata capacità di essere straordinari genitori (anche nella disgrazia).
Anche con i Gould novelli si può “osare”: questo è quello che ho appreso
osservando queste splendide creature nella mia voliera.
Sergio Pacetti
Presidente
dell’Associazione Ornitologica Vibonese